Comunità italiana: intervista a Gnegne

Che tra i due, lui e me, l’unico gne gne che c’era ero io lo avevo già intuito… ora ne ho avuto la conferma. Andiamo tutti a conoscere il nostro Gnegne

Il tuo vero nome:

Marco

Chi sei? Parlaci di te

Sono un giovane di mezza età che porta in giro i suoi 46 anni senza guinzaglio. Per sopravvivere distruibisco medicinali per le farmacie di tutto il Piemonte, regione nella quale sono nato ma dove ho promesso di non morire. Ci sono luoghi nel mondo sicuramente più stimolanti che ho visitato e nei quali in certi periodi ho vissuto come Zanzibar, Lanzarote, Creta che rappresentano il mio stile di vita ideale, il connubio perfetto tra una vita semplice e il mare, fonte di vita, sentimento e calore da sempre della mia esistenza. Prima c’e pero’ da crescere un figlio, il mitico Checco, un ottenne purtroppo piu’sveglio del padre e pure di mia moglie, che oltre a essere il motore dei miei pensieri positivi quotidiani svolge un ruolo molto importante nelle dinamiche di Goleada, indispensabile per poter gestire al meglio quattro squadre. Nel tempo libero, oggi sempre meno, mi occupo di scrittura. Ho pubblicato alcuni romanzi a mio nome, altri come ghost writer, in particolare ho collaborato a sceneggiature per serie televisive. Un lavoro artistico interessante ma non sufficiente per campare solo di quello. E quindi teniamoci stretto sempre il furgone!
L’altra grande passione della mia vita è lo sport. Dopo aver battuto tutti i campi di calcio piu’infami del Piemonte dalla Promozione alla seconda categoria, a 32 anni, come il collega Michel Platini, mi sono ritirato e mi sono dedicato al nuoto e all’apnea, attività entrambe sospese a causa del maledetto Covid. Ma prometto, torneremo più forti di prima

Quale squadra/e tifi nel calcio reale?

La risposta è scontata. L’Ascoli è l’unico grande amore tanto per citare l’inno di una squadra di cui non ricordo il nome, vero Cecchi? Sono anni molto bui, la squadra annaspa in serie B, ma soprattutto non si puo’ frequentare lo stadio e gli amici con le quali si sono condivise tante battaglie sportive e non solo, viste le sassaiole subite a Giulianova, Terni, Nocera, Vicenza, alcuni dei tanti luoghi in cui i tifosi ascolani sono oggetto da sempre delle premure da parte delle tifoserie avversarie.

Raccontaci una curiosità legata alla tua vita reale

Beh, molti mi chiedono perché tifo Ascoli nonostante sia piemontese purosangue. La ragione è legata al lavoro di mio padre che quando avevo 6 anni si trasferi’ vicino ad Ascoli e fece l’errore, per lui juventino da generazioni, di portarmi a vedere un Ascoli-Juventus allo stadio DEL DUCA di Ascoli Piceno, uno 0 a 0 con l’Ascoli a fare le barricate contro quella squadra di grandi campioni. Da allora compresi che nella vita mi piaceva soffrire e m’innamorai di quella piccola terribile squadra che sotto la gestione illuminata di Costantino ROZZI fece soprattutto in quegli anni campionati bellissimi di serie A togliendosi molte soddisfazioni soprattutto in casa contro i soliti squadroni. Da quando ho potuto guidare ho sempre seguito l’ASCOLI sia nelle Marche che in molteplici trasferte. Forse le mie più belle amicizie sono nate proprio viaggiando in tutta Italia per seguire la mia squadra del cuore.

Non ti chiedo perché hai scelto Ascoli come nome della tua squadra, ma sono curioso di sapere perché GNEGNE?

GNEGNE è la traduzione nel linguaggio univerale(!!) di gnugnu, che dalle mie parti ma penso anche altrove, indica una persona con grosse difficoltà di apprendimento. Nel mio caso questa sorta di handicap cognitivo si riferisce alla mia totale ignoranza in campo tecnologico/informatico. Per cui mi sono iscritto pensando che avrei abbandonato subito e invece, dopo 16 mesi, sono ancora qui. Ma nel frattempo resto il gnugnu di sempre!

Una curiosità, qualcosa che tutta la comunità non conosce, legata alla tua permanenza a GOLEADA

THE INVINCIBLES, la squadra che gestisco nell’attuale campionato dell’Europa Occidentale, prende il nome dagli INVICIBILI, ovvero io e mio figlio che ci chiamiamo cosi’ da quando “colorava” il pannolino. Due esaltati? No, per noi gli invincibili non sono quelli che vincono sempre ma quelli che si rialzano sempre. Anche quando il pannolino è sporco.

Ricordi una partita di Goleada memorabile?

Molte e tutte emozionanti. Dalle sfide in Coppa Italia con Maxdino sempre tirate e piene di gol alle finali di coppa in Benelux contro El Che altrettanto rocambolesche. Ma se devo proprio sceglierne una la vittoria degli INVINCIBILI contro la STEAUA del grande Aptul, in CHAMPIONS. Una partita perfetta dal punto di vista tattico contro quello che ritengo (e non si offenda nessuno) il miglior manager di GOLEADA.

Da molto tempo sei su Goleada. Quale aspetto ti diverte di più?

Sicuramente è il live l’aspetto più emozionante del gioco. Credo pero’ che la mia permanenza in Goleada anche per il futuro sia legata alle amicizie nate seppur in maniera virtuale. Principino,GiobanMilkoDiana Millan, quel pisano di cui non ricordo il nome, Feinos, ecc ecc, sono tutte persone che quando finirà questo periodo infame spero di poter conoscere di persona. Ammetto che in questa comunità sono nate rivalità anche non solo legate al gioco ma tutte comunque non hanno mai tracimato il limite della disonestà e del buon gusto. Per questo, anche grazie ai moderatori, non ho abbandonato e non abbandonerò Goleada come invece ho fatto con tutti i social.

Cosa invece ti infastidisce di più di Goleada?

Sicuramente l’esistenza, ormai anacronistica, dell’effort. È l’elemento irritante che falsa oltre misura le partite se non i tornei stessi. Poi, in seconda battuta, certi omini inchiodati come negli anni Venti sulla linea di porta. A qualcuno, soprattutto in terra d’Albione, fischieranno le orecchie, ma anche a latitudini più vicine. Devo dire che anche tutti quei pali meriterebbero almeno una spunta come al supermercato. 3 pali 2 spunte. Dopo aver cagato il c… pero’ devo dire che sono felice per le modifiche apportate e che arriveranno. Si, proprio io, che ho pubblicato il mio pensiero in tempi non sospetti certamente contrario. Tra i mille difetti che ho mi manca quello di non sapere ammettere un errore.

Conclusioni dell’intervistatore

Tra Ascoli e Pisa, la mia città, ho sempre sentitò una certa affinità (credo da quando avevamo due presidenti unici come Rozzi e Anconetani) e ora che ho conosciuto la storia della squadra del cuore di Gnegne non posso che eleggerlo a mio mito incontrastato.

Concludo col classico grido: Forza Ascoli! Mai come questa volta così sentito.

Ascoli

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